venerdì 29 aprile 2022

Palazzo Venezia: presentato il nuovo progetto di restyling

Apertura al pubblico dei depositi dal 30 aprile



Una bella storia di riscatto di un luogo straordinario, Palazzo Venezia, che per troppo tempo è stato trascurato. È il commento del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, sul nuovo progetto di allestimento del Palazzo, curato dalla direttrice dell’Istituto VIVE, Edith Gabrielli e dall’architetto Michele De Lucchi e presentato con una conferenza stampa. “Durante la mia prima visita al Palazzo Venezia, il primo anno in cui ero ministro, ricordo la moquette per nascondere i fasci littori su gli splendidi pavimenti di marmo. Una parentesi se pur grave della nostra storia non può cancellare questo luogo”, ha raccontato il Ministro. Da qui è partita l'idea della riscoperta del Palazzo, delle sue collezioni straordinarie e diverse cose nel frattempo sono state definite: il collegamento col Vittoriano grazie alla fermata della metropolitana consentirà l’accesso diretto ai due musei del Vittoriano e di Palazzo Venezia; il trasferimento della Biblioteca di archeologia e storia dell’arte nella sede più idonea a palazzo San Felice. Un Progetto, quello del restyling, che godrà di tre milioni e mezzo di finanziamenti ai quali si aggiungeranno due milioni del PNRR. “L’istituzione dei Musei autonomi ha dimostrato, in questi anni, di essere un ottimo strumento che sta contribuendo con successo alla modernizzazione del sistema museale nazionale”, ha aggiunto il Ministro, “e il nuovo allestimento dei saloni monumentali di Palazzo Venezia segue appieno questa direzione”. E gli fa eco la direttrice dell’Istituto Vive, Edith Gabrielli. “A poco più di un anno dalla sua piena operatività, dicembre 2020, l’istituto VIVE (Vittoriano e Palazzo Venezia) inizia a produrre i risultati attesi: dal 1 di aprile 395 mila visitatori hanno affollato l’uno e l’altro sito e aumenteranno sempre di più grazie alle visite guidate e al servizio educativo e ai quattro cicli di conferenze su musica, storia, architettura e storia dell’arte, con illustri curatori, che consentiranno di intercettare diversi tipi di pubblico”. Il progetto prevede il riallestimento dell’intero piano nobile del palazzo compresa l’ala tra Piazza Venezia e via del Plebiscito: dieci stanze che costituiscono il nucleo più antico dell’edificio e la cui costruzione risale alla metà del Quattrocento per volere del cardinale Pietro Barbo divenuto Papa nel 1464. Le sale sono sempre state colme di opere d’arte anche dopo il passaggio del Palazzo allo stato italiano, nel 1916, quando divenne grande museo nazionale. Negli anni Ottanta le sale furono svuotate e utilizzate solo per esposizioni temporanee. Centinaia di oggetti furono confinati nei depositi e da qui l’idea di riallestire il piano nobile.


Le scelte museologiche

“Miriamo a fare di Palazzo Venezia un luogo in grado di ripercorrere la grande tradizione artistica e artigiana del nostro Paese con una particolare enfasi per l'età storica”, ha fatto sapere Edith Gabrielli, “un luogo che racconti la capacità tutta italiana di trarre opere d’arte dalle materie con le tecniche più disparate eppure con unità di intenti; un filo rosso e dunque un percorso fatto di dipinti e sculture ma anche di tessuti, ori e argenti, vetri, avori e così via”. Ed è esattamente qui il senso della presenza di Michele de Lucchi, un maestro del Made in Italy, che ha sempre dimostrato attenzione e interesse per il saper fare italiano e per il rapporto privilegiato con l’oggetto, un architetto capace di tenere insieme tecnologia e artigianato. Il progetto sarà eseguito in tre fasi di cantiere e ciascuna fase corrisponde ad un arco cronologico preciso: dai pezzi più antichi ai più moderni. La prima fase parte dall’età classica e arriva fino alla fine del XV secolo passando attraverso il Medioevo (250 opere) e sarà pronta a cavallo del nuovo anno; la seconda prevede l’allestimento delle opere cinquecentesche e dovremo aspettare la primavera del 2023; la terza e ultima fase comprende gli oggetti dal Seicento fino  ai primi del Ventesimo secolo e si concluderà per la fine del 2023. L’intensa fase di ricerca sulle collezioni come una decina di pezzi dell’età classica custodite nei depositi del Palazzo consentirà di riscoprire, grazie a nuovi percorsi che saranno allestiti, opere come, per esempio la Testa Hertz giunta con il lascito di Henriette Hertz. Esteso sarà anche lo spazio destinato al Medioevo, periodo di cui il palazzo conserva opere al di fuori del comune come la Lunetta della nicchia dei Palli: oggetto in bronzo dorato del 1215 realizzato per San Pietro in Vaticano al tempo di Innocenzo III. La lunetta coronava la nicchia dove venivano collocati i palli dei vescovi, sottili stole che i pontefici consegnano agli arcivescovi in una cerimonia che si ripete dal Sesto secolo. Anche il numero dei pezzi del Quattrocento e rinascimentali è considerevole, fra queste la gotica e preziosa Madonna con bambino di Zanino di Pietro, uno dei pochi pezzi datati e firmati da questo Maestro e anche fra i meglio conservati e il rinascimentale busto di Paolo II eseguito dallo scultore toscano Nino da Fiesole.


Le scelte museografiche

“Un progetto di allestimento che mi ha spinto a ragionare su che cosa sono gli oggetti, su come li distinguiamo dalle cose qualsiasi, su come distinguiamo l’arte da quello che non è arte e da come distinguiamo quello che vale da quello che non vale”, ha spiegato Michele De Lucchi. “E questo è il compito dell’allestimento: lasciare che gli oggetti, le sculture, i quadri raccontino chi sono, da dove vengono, chi li ha realizzati che uso gli è stato dato nel tempo e che uso gli diamo noi oggi. Gli oggetti parlano e questo parlare è una seduzione straordinaria. Voglio mettere in mostra la seduzione di oggetti di matrice e tecnologie diverse, fatti da artigiani e artisti, e mettere insieme competenza e talento. Quel talento che abbiamo in Italia, che per qualche magia abbiamo conservato, e che ancora oggi è operativo e produttivo. Il saper fare con le mani di noi italiani è quanto ci invidiano molti paesi. Il mio compito è combinare questa architettura straordinaria con gli oggetti e la loro seduzione”.



 

sabato 23 aprile 2022

 Al via l’undicesima edizione di FloraCult


Roma, 25 aprile - Complice la bella giornata di sole sono stati numerosi i visitatori alla prima giornata di FloraCult (www.floracult.it), la mostra mercato di florovivaismo amatoriale che si svolgerà fino 25 aprile a Casal del Pino, nel Parco di Veio, promossa e organizzata da Flavia Venturini Fendi, imprenditrice agricola e progettista con la collaborazione di Antonella Fornai, esperta di giardini e dell’architetto Francesco Fornai.  La tre giorni si rivolge non solo agli addetti ai lavori ed esperti del settore ma anche a curiosi e appassionati della natura che oltre ad approfondire la propria conoscenza sul variegato mondo delle piante fra collezioni botaniche, possono apprezzare arredi da giardino, oggetti di design e di arte fra laboratori e installazioni e seguire incontri e presentazioni. La stanza degli animali ospiterà un'esposizione dedicata ad insetti e piccoli roditori selezionati in base alla loro capacità di adattamento: un vero e proprio laboratorio organizzato dall’associazione Myosotis con l’ausilio dello zoologo Bruno Cignini. Microscopi collegati con una videocamera proiettata su un grande schermo, lenti di ingrandimento, scatole entomologiche e altri reperti naturalistici permetteranno ad adulti e bambini di osservare e scoprire da vicino la complessità del mondo vegetale e animale. Tema di questa edizione Memoria e Innovazione: le piante e più in generale il mondo vegetale conservano e proteggono una memoria antica dalla quale nascono tradizioni, cultura, ma anche innovazione. Piante comunemente impiegate ai giorni nostri, usate da civiltà molto più antiche, rappresentano una connessione temporale che crea un legame forte tra presente e passato. L’osservazione e lo studio dei sofisticati meccanismi che regolano la vita vegetale permettono oggi di sviluppare tecnologie innovative e sostenibili applicabili in innumerevoli i settori. Il tema sarà approfondito attraverso presentazioni, incontri, laboratori, installazioni. 


Tra gli incontri con il pubblico: Stefano Mancuso con il team Pnat presenteranno  la versione domestica della “Fabbrica dell’Aria” con il sistema Stomata che utilizza le piante come straordinari filtri per rimuovere gli inquinanti atmosferici. Anche la musica, e quella dell'alternative rock, entra nel grande dibattito sui cambiamenti climatici e a FloraCult Cristiano Godano e Lagash (al secolo Luca Saporiti), chitarrista e bassista dei Marlene Kuntz, racconteranno Karma Clima, un progetto a tappe in tre residenze montane, che diventerà un nuovo album di “elettronica suonata”, nato dal dialogo ravvicinato con i fan e dagli input creativi delle comunità locali, un concept musicale  che ingloba visioni di riqualificazione e recupero della memoria culturale dei territori e affronta il tema globale del degrado ambientale. Antonio Pascale scrittore, autore teatrale e televisivo, nonché agronomo, parlerà di tutto quello che è importante sapere sulla natura umana e sul mondo che abbiamo costruito, utilizzando proprio le piante. Un monologo veloce, simpatico, adatto a famiglie e bambini. Gaetano Giunta, segretario generale della Fondazione di Comunità Messina, racconterà l’esperienza nel Parco della Bellezza e della Scienza di Roccavaldina (Me) e i primi risultati della ricerca scientifico-tecnologica sulle nuove bioplastiche ottenute, a prezzi competitivi rispetto alla plastica, dalla trasformazione delle trebbie di scarto del birrificio Messina, workers buyout di successo promosso dalla stessa Fondazione. “I parchi della Bellezza e della scienza” sono infrastrutture attraverso le quali la Fondazione ha recuperato, con processi di rigenerazione urbana e territoriale, territori abbandonati e degradati, trasformandoli in parchi tematici incentrati sulla necessità di contrastare le diseguaglianze e i processi di cambiamento climatico.

 

 

 

venerdì 15 aprile 2022

WHAT'S NEW

 Thirdhome approda in Italia e si presenta a Roma all’Olgiata Golf Club


Il Club di scambio di seconde case di lusso con oltre 1.700 destinazioni in 98 paesi in tutto il mondo, amplia il proprio raggio d’azione e punta sul Belpaese. Una scelta che come ci fa sapere il vice presidente Niki Christian Nutsch “si spiega con la crescente domanda di scambio di case luxury in Italia e nelle regioni EMEA, e considerando le pressioni che tutti abbiamo affrontato durante la pandemia, non sorprende che le persone stiano cercando un cambio di scenario, leisure o business”. I membri del club, 13.500 a livello globale, offrono le proprie seconde case per un tempo a loro scelta e possono accedere a quasi 14.000 proprietà di lusso con una spesa di circa 700 dollari alla settimana, risparmiando migliaia di euro rispetto all’affitto. “Abbiamo creato una comunità esclusiva di home-sharing in cui i proprietari di seconde case possono esplorare il mondo e risparmiare mettendo a disposizione le proprie case per un periodo in cui non le abitano”, aggiunge il vice presidente Ivo Haagen che precisa: “Vogliamo creare esperienze incredibili per i nostri soci, puntando sull'eccellenza dei servizi”. Realizzato per permettere a migliaia di proprietari di seconde case di lusso di vivere esperienze uniche a livello globale, la piattaforma di home exchange www.thirdhome.com consente ai membri di accedere a viaggi premium con una soluzione smart. Mettendo a disposizione del Club la propria seconda casa è possibile affittarne una lussuosa per una settimana con una spesa media di circa 700 dollari a soggiorno, invece di 20.000 per un affitto tradizionale. E si potrà scegliere dalle residenze private alle magioni in campagna, dagli yacht di lusso ai resort in tutto il mondo, tra cui i Ritz-Carlton Destination Club e il St. Regis Residents Club. Per diventare membro di Thirdhome Exchange i richiedenti devono essere proprietari di una seconda casa dal valore minimo di mercato di $ 500.000 dollari, ubicata in una location di interesse turistico con interior design di alto profilo. Se la domanda di ammissione è accettata i soci mettono a disposizione del Club la propria seconda casa per un minimo di 2 settimane e ricevono le Thirdhome Keys: i travel credit di Thirdhome per accedere a una gamma di proprietà che possono essere affittate liberamente, con accesso diretto a quasi 14.000 proprietà luxury in tutto il mondo.  Inoltre, se Thirdhome Rentals  permette ai proprietari di mettere a disposizione la propria casa in assoluta tranquillità consentendo ai viaggiatori di prenotare, Thirdhome Adventures consente ai membri del club di accedere a soggiorni pianificati ad hoc in giro per il mondo, da itinerari all’aria aperta a lodge di lusso e altro ancora.