Museo Barracco riapre dopo 20 anni la domus sotterranea. Visite in modalità Li-Fi
Torna accessibile, dopo vent'anni, la casa
romana, di epoca imperiale, a quattro metri dal livello stradale del museo di
scultura antica Giovanni Barracco a Roma. Sarà visitabile con una modalità
innovativa grazie al progetto sperimentale Li-Fi, acronimo di Light Fidelity,
la cui tecnologia wireless permette di approfondire la conoscenza anche di
alcune opere della collezione permanente ai piani superiori del museo. Il
sistema interesserà quattordici punti di interesse nel museo, cinque dei quali nella
Casa romana. Tramite
faretti Led, informazioni e immagini sono trasmesse in modalità wireless a
smartphone o tablet e sarà sufficiente scaricare l’apposita App e posizionare i
device sotto la luce del trasmettitore Li-Fi per visualizzare i contenuti
multimediali. Il progetto presentato dalle aziende To Be Srl, DB Ingegneria dell’immagine Srl e Tecno Electric Srl,
sostenuto dall’Unione Europea, ha
previsto la modalità di fruizione per vedenti e non vedenti (o
ipovedenti), grazie all’utilizzo di tracce audio realizzate
a partire dai contenuti testuali.
La tecnologia si potrà sperimentare al Museo Barracco fino al 20 febbraio 2022.
La
casa romana nei sotterranei del cinquecentesco palazzo Regis,
sede del Museo Barracco, venne alla luce nel 1899 durante lo scavo per i lavori
di rinforzo strutturale del Palazzo rinascimentale che, dal 1948, ospita il
Museo con resti archeologici di epoca romano-imperiale. Una volta varcata la
soglia della porta di accesso ai sotterranei si osserva un peristilio che in
origine – come di consueto – circondava un’area centrale scoperta. Tale cortile
porticato, caratteristico elemento dell’architettura greca e romana, sia
pubblica che privata, è conservato per un’ampia porzione dove si ammirano colonne
con basi e capitelli, sia intere che frammentarie, la superstite pavimentazione
marmorea policroma, fontane, bacini e una mensa
ponderaria. Le pareti della domus erano decorate con affreschi a soggetto
acquatico e terrestre che negli anni Settanta sono state rimosse e attualmente
sono conservate nel Museo. Nel corso dei secoli l’edificio subì modifiche per
le quali furono reimpiegati materiali di recupero, asportati da edifici in
disuso secondo una prassi diffusa sin da epoca tardo-imperiale. Molti degli
elementi così posti in opera risalgono a epoca augustea e giulio-claudia. La
maggior parte delle strutture e con esse l’ultima fase di vita documentata,
risale invece al IV sec. d. C. Molto discussa è la destinazione d’uso
dell’edificio che secondo un’ipotesi potrebbe essere stato una delle sedi delle
celebri quattro fazioni di aurighi, che competevano nel Circo, sedi note dalle
Fonti antiche con il nome di Stabula
quattuor factionum. Certamente vi si deve riconoscere un edificio pubblico. I resti romani presso il Museo Barracco sono di grande importanza archeologica
per l’entità di quanto conservato, per la loro ubicazione nel cuore della
topografia dell’antico Campo Marzio e dei suoi sontuosi edifici pubblici,
oggetto di intensi studi. La domus sarà aperta tutti i giorni (tranne il
lunedì) fino al 9 gennaio e, successivamente, fino alla fine di febbraio, solo
nei fine settimana dal venerdì alla domenica. Informazioni al numero 060608
(dalle 9.00 alle 19.00) e su www.museobarracco.it,
www.museiincomune.roma.it
(Tiziana Conte)
Nessun commento:
Posta un commento