“Condividiamo
l’ipotesi di creare un etichetta 100% Made in Italy che possa
rappresentare l’autenticità e l’eccellenza lungo tutta la
filiera”. Lo ha detto il ministro delle Imprese del Made in Italy,
Adolfo Urso, al primo Tavolo nazionale dedicato alla filiera del
cotone bio 100%, tenutosi al Mimit, rispondendo alla richiesta
avanzata da
Sustainable Fashion Innovation Society, (SFIS),
associazione di marchi e produttori ecostenibili della moda e del
design. In rappresentanza degli imprenditori
dell’intera filiera produttiva (coltivazione e giuntura, filato,
tessitura, confezione e vendita), la presidente del SFIS, Valeria
Mangani, ha chiesto un’etichettatura ad-hoc 100% Made in Italy,
ovvero,
la creazione di una Certificazione di Provenienza e Qualità del
cotone 100% Made in Italy, Iniziativa accolta con plauso anche da
Andrea
Rambaldi AD di FashionArt S.p.A. (eccellenza nella confezione,
compartecipato da Chanel).

A
partecipare al primo Tavolo nazionale dedicato alla filiera del
cotone bio 100% Made in Italy, con la presidente di Sustainable
Fashion Innovation Society, Valeria Mangani, gli imprenditori Manlio
Carta, presidente Cotone Organico di Sicilia e Riccardo Cammalleri
vice presidente Investment Capital Solutions S.p.A; Michele Steduto e
Pietro Gentile- GEST Cotone Organico di Puglia. Presenti all’incontro
esponenti della filiera, degli enti locali e delle Istituzioni.
“Abbiamo
portato all'attenzione del Ministro due esempi di eccellenze del
nostro made in Italy messe in campo da due imprenditori lungimiranti
e coraggiosi del sud Italia durante il Covid - ha detto la presidente
Valeria Mangani dopo aver presentato le case history di successo - ma
per preservare questa eccellenza occorre il sostegno del governo'.
Fin
dall’inizio l’esperimento del cotone è stato un successo per
l’imprenditore Manlio Carta di COS-Cotone Organico di Sicilia, che
ha coinvolto i principali brand italiani come Oviesse, fino a quelli
del lusso come Chanel. Una storia di filiera agricola produttiva
vincente, made in Italy, che parte dalla Sicilia e arriva a Padova
passando per Bergamo (Coltivazione e giuntura COS Cotone Organico
Sicilia, Palermo; Filato Eurotessile SPA, Bergamo; Tessitura:Berto
E.G. Industria Tessile, Padova; Vendita Fashion Art, Padova).
Ma
dove ci porta il futuro del cotone? La nuova proprietà di COS,
Gloria Terrae S.r.l. Società Agricola del Gruppo ICS-Investment
Capital Solutions S.p.A., fa intendere che non vi è solo la moda per
questa nobile pianta, ma bensì una virtuosa partnership con
l’agrivoltaico. ICS SpA infatti si prepara a mettere
a dimora entro i prossimi 4 anni 1.000 ettari di cotone organico nel
territorio siciliano. Nel
Gargano invece, gli imprenditori Michele Steduto e Pietro Gentile di
GEST- Cotone Organico di Puglia, avranno la filiera 100% made in
Italy da ottobre 2024 dopo un investimento pari a 2.000.000 di euro
per un impianto di ginnatura a Capitanata (FG). Entrambi i cotoni,
siciliani e pugliesi, sono certificati GOTS.

Ma
il cotone non è solo fibra e come hanno sottolineato gli
imprenditori pugliesi e siciliani presenti al Tavolo, “per gli
imprenditori agricoli vi sono anche altre opportunità: l’olio di
semi per cosmesi e farmaceutica, il seme che può essere utilizzato
in zootecnia, la biomassa dei residui vegetali utilizzabile per la
produzione di energia”. E qualcosa in questo direzione è già
stata messa in atto con successo.
L’Italia
fino alla seconda guerra mondiale era uno dei maggiori produttori di
cotone, ma dagli anni ‘60 con l’avvento delle fibre sintetiche,
il prodotto estero e il peso dei costi di produzione dovuti alla
raccolta del cotone, esclusivamente a mano, hanno posto fine alla
produzione. Dopo 50 nasce così dalla volontà di imprenditori
lungimiranti del sud Italia, la prima filiera di agricoltura tessile
del cotone 100% made in Italy, che si rafforza grazie alla
reintroduzione del cotone nella recente riforma della PAC-Politica
Agricola Comune. Ma si può fare di più.
L’intervento
del Ministro
“Nel
ricordare che il cotone è stato inserito dopo 50 anni nella recente
riforma della Pac il Ministro Urso si è rivolto agli imprenditori
presenti al Tavolo complimentandosi per aver ripreso la coltivazione
del cotone nel nostro Paese e per averlo fatto in modo sostenibile e
innovativo poiché “quello del made in Italy sostenibile è proprio
l’obiettivo che si propone il governo. E bello, ben fatto e
sostenibile è anche quello che chiedono i consumatori globali
particolarmente attenti alla tracciabilità del prodotto.” Il
Ministro ha fatto sapere che “grazie alla recentissima riforma
della Pac (Politica agicola comune) ci saranno le condizione per
poter accedere agli incentivi europei per la certificazione biologica
e questo supporto è essenziale per poter garantire un cotone
ecologico e competitivo a livello internazionale”. Inoltre, ha
aggiunto: “Condividiamo l’ipotesi di creare un etichetta 100%
Made in Italy che possa rappresentare l’autenticità e
l’eccellenza lungo tutta la filiera. Nel nostro disegno di legge
quadro sul Made in Italy che è stato approvato dal Parlamento a
dicembre, è stato creato un fondo per la transizione verde e
digitale per la Moda con stanziamento iniziale di 5 milioni per lo
scorso anno e di dieci milioni di euro per quest’anno. Il Piano
transizione 5.0 che stiamo dispiegando queste settimane stanzia 13
miliardi di Euro complessivi per l’innovazione digitale e
l’efficientamento energetico anche attraverso installazioni e
impianti di tecnologia green per le imprese. Per quanto riguarda la
formazione il Piano di Transizione 5.0 a differenza dei precedenti
Piani industria 4.0 consente che il 10% delle risorse possano essere
utilizzate per la formazione del proprio personale affinché possa
acquisire le competenze necessarie all’utilizzo dei nuovi strumenti
di digitalizzazione e tecnologia green. Quindi da parte del Ministero
delle Imprese del Made in Italy l’impegno a realizzare i vari
provvedimenti che saranno concepiti e approvati dal Parlamento nel
corso di questa legislatura, sempre più attenti a livello anche
europeo e internazionale a sostenere anche questa filiera del cotone
biologico”.